Il Giardino di Poggio Castello

Storia

Nel 1991 il terreno dell’attuale proprietà, ai piedi dell’antico castello di Monguzzo in provincia di Como, conteneva una villetta disabitata circondata da sterpaglie. Ad oggi l’edificio è stato trasformato e si trova circondato da altre due piccole dépandances abitative, il tutto immerso in un giardino di circa 7000 mq.  che prende posto a giusto titolo tra i più belli della zona di Como-Lecco. 

 

Premesso che un giardino non può rispondere a principi di tipo esclusivamente architettonico, o botanico, o estetico, o storico, l’esperienza di Monguzzo suggerisce alcuni consigli di carattere generale per chi avesse interesse a “partire dal prato”.

 

Leggere e visitare 
Creare un giardino è un’esperienza profondamente culturale e multidisciplinare. Occorre riempirsi la testa di visioni e di ispirazioni. I due strumenti principali sono stati: leggere tutto, dalle riviste ai libri di tecnica, alle monografie fotografiche e, soprattutto, visitare tutto il possibile, in Italia e all’estero. 

 

Piano regolatore

Avere un piano regolatore che possa reggere nel tempo per la destinazione delle varie zone è essenziale. A Monguzzo questo ha permesso di creare in anticipo le infrastrutture e di sviluppare le zone una per volta anzichè in odo provvisorio, disordinato e costoso. 


Predisporre i mezzi realizzativi

Per evitare eccessive ambizioni troppo costose e per includere  personale competente . Nei primi anni di vita del giardino è stato fondamentale avere pochi fornitori specializzati e  ben selezionati. A Monguzzo ogni zona ha avuto un principale fornitore specifico, evitando sovrapposizioni. 

Un buon giardino prende forma intervenendo ogni giorno. 

 

Comprendere la differenza tra un bel giardino e una collezione di piante 

La botanica è importante ma è da considerarsi uno strumento mai fine a se stesso. Un arbusto locale semplice, del colore giusto, dal volume armonioso, posizionato nel punto giusto, è molto più interessante di una fila di esemplari rari, costosi, delicati ma nei posti sbagliati.